giovedì 17 giugno 2010

Quello che sei

Lascio che mi scivoli tra le labbra il suono del tuo nome. Il suono delle sillabe (poche) che mi rimbalza in gola e tra i pensieri. Nello stomaco. Come un brivido. Come un crampo. Come una vertigine. Quello che sei. Vapore e luce. Nulla che non sia destinato a svanire all'alba. Al risveglio. L'eco del sogno che si è spento, ma come fuoco tra la cenere continua a bruciarti addosso. Danzano sulle dita di una mano i suoni dei tuo nome. Le tue dita sul mio collo. Cenere. E brace.

mercoledì 9 giugno 2010

E poi ha cominciato a nevicare

Erano lì, dentro a un film, e a loro volta si trovavano dentro il set di un film.
Lui aveva appena detto che in quel posto così caldo e sempre pieno di sole sentiva la mancanza della neve.
E poco dopo, come per magia, sul set di quel film [quello dentro al film] ha cominciato a nevicare. Una neve finta, artificiale, spumosa e appiccicosa, ma neve. Era neve.
Come se bastasse desiderare qualcosa per far sì che quello piova - o nevichi - giù dal cielo.
Che, poi, cos'è meglio? Il sole tutto l'anno quando vorresti solo un po' di freddo in più per raggiungere gli 0 gradi centigradi, o un po' di neve finta mentre sei in maniche corte?
Non scervelliamoci troppo sulla domanda. Ognuno sa qual è la [sua] risposta.


martedì 27 aprile 2010

Grazie

Potrei mettermi a giocare coi se. Invece di arrossire e respirare il vento. Il vento che sussurra i non detti e poi li porta lontano.
Vagamente sorrido a questa sera che allunga le sue gambe lunghe lungo i binari del treno.
Posso sorriderti. Perchè conosco i se. Se fosse stato sarebbe stato bello. Senza se. Ma non è.
Ti lascio volare via. Lascio i nostri se al vento. Alla prima stella della sera. E poi lontano. Alle altre stelle e ai pianeti.
Grazie.

martedì 13 aprile 2010

Stringi di più

E per farmi la coda, sul treno,
dopo che i capelli avevano assaggiato il gusto del vento, della pioggia e del sole,
ho usato il tuo elastico.
Ma nemmeno quella lega più.


domenica 11 aprile 2010

La violenza verbale

Chiedimi come posso. Come posso portarne i segni sul viso. Sentire ancora nello stomaco il modo in cui fa male. L'atterrimento dell'attacco, improvviso ed immotivato. La violenza dei verbi, degli aggettivi. L'aggressione. Il senso di ingiustizia e di mancanza di rispetto. Prepotenza. Imbarazzo. Violenza. La violenza verbale. Chiedimi come posso stare male come se avessi le ossa rotte. Chiedimi come posso far finta che la mia opinione sugli altri non sia cambiata, che la mia ingeniuità sia intatta. Chiedimi come posso fingere di non provare altro che disprezzo. Disprezzo. Dolore e disprezzo. Questo non può essere l'unico mondo possibile.

mercoledì 7 aprile 2010

Questo post è senza titolo, perché io sono rimasta senza parole.

Toscana ladra.
Che ti sei tenuta i miei risparmi e il mio sole.
Che ti sei tenuta il mio sorriso, il mio colore.
Che ti sei tenuta noi prima di fallire.
Che mi hai fatto vedere il cielo un giorno, e poi sei stata solo imbrunire.
Toscana sincera.
Che ci hai mostrato per quel che davvero siamo.
O forse Toscana bugiarda.
Che ci hai coperto gli occhi con delle storie per non farci soffrire.
Speriamo almeno che sia stato per non soffrire.

giovedì 18 marzo 2010

Io

Nessuna voce. Un fruscio di fondo e suoni disasarticolati.
Interrompo le comunicazioni. -In fondo, che importa- Resto sola come sono.
Fredda. Distante. Scostante. Nessun suono. Il cosmo. Gli astri. Il vento stellare. Muovo le dita nel vuoto. Come carezze. Muovo le labbra cantando. Senza suoni.
Posso sorridere senza motivo. -Il motivo- Senza peso. Nient'altro. Nessun'altra cosa. Nulla che io possa avvicinare, toccare. Nulla. Una luce che sfiora appena le palpebre.
Le distanze mi lasciano respirare.

domenica 28 febbraio 2010

Bedshaped

Sento le voci. Le stesse che un attimo fa mi rendevano euforica ora se la ridono, si prendono gioco di me.
Parlo poco. Perché quando parlo ho sempre l'impressione di dire le cose sbagliate.


Chissà perché tutti mettono sempre le mani davanti, quando io vorrei solo correre ad occhi chiusi. Preferisco inciampare negli ostacoli mentre sono in corsa, che evitarli da lontano per paura di farmi male.
Le regole sono già date. Perché non le posso dettare io? Voglio essere io a stabilire le condizioni.
C'è un'unica condizione: non ci sono fottute condizioni.

E voi state zitte, voci. Che quando parlate siete esattamente come me. Aprite la bocca con un intento. Ma poi quello che producete è esattamente l'effetto opposto.

martedì 2 febbraio 2010

caduta di stile

Sento la voci. Sussurri malvagi. Dietro le spalle. Dietro la porta. Mani invadenti e bocche sguiate. Rumore. Emicrania. Mi manca lo spazio. Mi manca l'aria. Mi manca il conforto. Mi manca la stella. Mi manca il rifugio. Mi mancano i tuoi occhi quando sorridi e mi fai pensare che in fondo ce la posso fare da sola. Da sola. Vorrei non dirlo. Vorrei non pensarlo neppure. Vorrei non sentirla. La tua mancanza.

martedì 26 gennaio 2010

Strano sapersi perduti tutti i giorni e non dirsi mai addio

E aspetto.
Che torni.
Ma l'attesa è rischiosa e ad essere sinceri non so nemmeno se stia veramente aspettando te o se stia aspettando di capire la vera natura di questo pensarti.
Forse voglio solo illudermi che il sangue sia ancora in grado di raggiungere gli organi più vitali del mio io.

Forse è solo solitudine. Forse è solo lei che non mi vuole lasciare sola.
Strano come la compagnia più assidua sia anche la peggiore che si possa avere.

E aspetto.
Torni?

martedì 12 gennaio 2010

sparire

camminare. finch'è c'è asfalto. finchè c'è nebbia a sbiadire i controrni. camminare. senza voltarsi. senza un posto dove andare. senza una ragione per fuggire. camminare. fino a non sentire che i propri passi. fino a confondersi, a sfumarsi. fino a sbiadire. fino a sparire.

domenica 3 gennaio 2010

Bucato

Sapessi com'è difficile
cambiare le lenzuola
in cui hai dormito tu
e in cui forse
non tornerai mai più.