Lascio che mi scivoli tra le labbra il suono del tuo nome. Il suono delle sillabe (poche) che mi rimbalza in gola e tra i pensieri. Nello stomaco. Come un brivido. Come un crampo. Come una vertigine. Quello che sei. Vapore e luce. Nulla che non sia destinato a svanire all'alba. Al risveglio. L'eco del sogno che si è spento, ma come fuoco tra la cenere continua a bruciarti addosso. Danzano sulle dita di una mano i suoni dei tuo nome. Le tue dita sul mio collo. Cenere. E brace.
giovedì 17 giugno 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Onigiriiiii...hai messo il blog solo su invito e non mi hai invitato...:(((((...non trovo nemmeno il tuo indirizzo mail se no ti avrei scritto li...
RispondiElimina