Lascio che mi scivoli tra le labbra il suono del tuo nome. Il suono delle sillabe (poche) che mi rimbalza in gola e tra i pensieri. Nello stomaco. Come un brivido. Come un crampo. Come una vertigine. Quello che sei. Vapore e luce. Nulla che non sia destinato a svanire all'alba. Al risveglio. L'eco del sogno che si è spento, ma come fuoco tra la cenere continua a bruciarti addosso. Danzano sulle dita di una mano i suoni dei tuo nome. Le tue dita sul mio collo. Cenere. E brace.
giovedì 17 giugno 2010
mercoledì 9 giugno 2010
E poi ha cominciato a nevicare
Erano lì, dentro a un film, e a loro volta si trovavano dentro il set di un film.
Lui aveva appena detto che in quel posto così caldo e sempre pieno di sole sentiva la mancanza della neve.
E poco dopo, come per magia, sul set di quel film [quello dentro al film] ha cominciato a nevicare. Una neve finta, artificiale, spumosa e appiccicosa, ma neve. Era neve.
Come se bastasse desiderare qualcosa per far sì che quello piova - o nevichi - giù dal cielo.
Che, poi, cos'è meglio? Il sole tutto l'anno quando vorresti solo un po' di freddo in più per raggiungere gli 0 gradi centigradi, o un po' di neve finta mentre sei in maniche corte?
Non scervelliamoci troppo sulla domanda. Ognuno sa qual è la [sua] risposta.
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