Sento le voci. Le stesse che un attimo fa mi rendevano euforica ora se la ridono, si prendono gioco di me.
Parlo poco. Perché quando parlo ho sempre l'impressione di dire le cose sbagliate.
Chissà perché tutti mettono sempre le mani davanti, quando io vorrei solo correre ad occhi chiusi. Preferisco inciampare negli ostacoli mentre sono in corsa, che evitarli da lontano per paura di farmi male.
Le regole sono già date. Perché non le posso dettare io? Voglio essere io a stabilire le condizioni.
C'è un'unica condizione: non ci sono fottute condizioni.
E voi state zitte, voci. Che quando parlate siete esattamente come me. Aprite la bocca con un intento. Ma poi quello che producete è esattamente l'effetto opposto.